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STORIA


Il Veneto nella seconda metà dell’800 era travagliato da una profonda crisi economica, che colpiva soprattutto i meno abbienti. […]Particolarmente critica era la situazione dei giovani, privi del sostegno dei genitori in quanto costretti ad orari impossibili, e sfruttati essi stessi con occupazioni che esigevano una fatica insopportabile, abbandonati soprattutto all’ignoranza e facili vittime del vizio.

La situazione preoccupava seriamente uomini di buona volontà , come l’Avvocato G.B.Paganuzzi, che cercavano in più direzioni una via d’uscita.

E’ del 1879 un carteggio tra l’Avvocato e don Bosco dal quale risulta l’invito a fondare un Oratorio Salesiano a Venezia. Le cose stavano a questo punto quando all’Ingegnere Pietro Saccardo, amico e collaboratore del Paganuzzi, fu richiesto un progetto per un ospizio da costruirsi a Mogliano. Glielo aveva commissionato la Contessa Bellavite Astori: in tal modo ella voleva eseguire un legato del defunto marito, che aveva lasciato centomila lire per un’opera di beneficenza.

Infatti, in quel periodo, tra le famiglie di proprietari terrieri della zona di Marocco vi era la famiglia Astori, che nella stessa borgata possedeva due ville, le attuali villa Benetton, in via Marignana, e Gris sul Terraglio.

Alla signora Astori, in un primo momento era venuta l’idea di creare una Colonia Agricola a favore dei figli dei contadini. In questo senso aveva chiesto consigli e preventivi al Senatore Rossi da Schio. La risposta ottenuta però l’aveva fatta desistere: una tale istituzione avrebbe richiesto una somma ben superiore alla disponibile. Per questo aveva pensato di ripiegare sulla fondazione di un piccolo ospizio per una dozzina di vecchi e ne aveva chiesto il progetto al Saccardo. All’ingegnere bastò un colloquio con la contessa per farla tornare all’idea della Colonia Agricola; la consigliò anche di rivolgersi per la concreta realizzazione a don Bosco.

Qualche giorno più tardi la signora Bellavite Astori spediva a Torino una lettera di questo tenore “ Desiderosa di giovare nel modo migliore al vero bene del comune di Mogliano accolsi le riflessioni fattemi da persone rispettabili ed invece del Ricovero per vecchi… metto mano con l’agiuto del Signore all’erezione di un così detto Oratorio Salesiano…Scopo di tale istituto è quello di accogliere… i poveri figli del paese a convitto…per educarli nella Religione, nella agricoltura, nelle arti prime e renderli poi alle rispettive famiglie buoni cristiani e buoni villici. Viene così provveduto alla generazione futura…”

Fu così che il 19 novembre del 1882 con il consenso di Mons. Giuseppe Sarto, futuro Pio X, e la benedizione di don Bosco, il Collegio Salesiano Astori iniziò la sua attività. Attività diretta da don Mosè Veronesi, scelto direttamente da don Bosco, che studiò la situazione locale e con grande diplomazia e abilità vinse le ostilità locali. Non tutte le autorità civili e religiose erano completamente favorevoli ai salesiani: c’era in qualcuna di esse la delusione per l’Ospizio non attuato. Inoltre l’indirizzo agricolo comportava altre difficoltà. Non era facile per i poveri contadini moglianesi privarsi dell’aiuto dei loro figli per mandarli a scuola. All’Astori poi, assolutamente privo di rendite, avrebbero dovuto pagare una retta, tenue finché si vuole, ma sempre una retta. Più facile sarebbe stato trovare ragazzi disposti a frequentare una scuola elementare o “ginnasiale”, come si chiamava la scuola media di allora, ma questo poteva portare al rischio che, istituendo tali tipi di scuole, l’Astori potesse togliere vocazioni al seminario.

[…]All’inizio l’Astori funzionò come scuola agricola. Don Bosco però aveva mandato don Veronesi a fondare la casa senza un ben definito. La sua poteva dirsi una missione esplorativa: il tempo avrebbe indicato il modo di rendere un migliore servizio alla gioventù.

Direttore e salesiani furono concordi nel conservare all’opera il fine originario, ma ben presto videro utile affiancarvi altri indirizzi: funzionarono così laboratori per apprendisti falegnami e fabbri, contemporaneamente si accettarono alcuni studenti.

Per un certo tempo l’istruzione fu, almeno territorialmente, divisa. Mentre al centro di Mogliano rimanevano i corsi scolastici ed artigianali, si acquistarono dei campi a Marocco, presso l’attuale villa Grapputo, dove funzionò dai 1895 al 1906 un distaccamento della Colonia Agricola. I tempi però cambiavano e la società evolveva. L’emigrazione prima e l’industrializzazione poi rendevano sempre meno attuale la scuola agricola, mentre aumentava la richiesta di un servizio scolastico. Allora a Mogliano esistevano solo le elementari. Fu così che in epoche successive furono introdotti all’Astori numerosi indirizzi scolastici: quasi subito le elementari, verso la fine dell’800 il “ginnasio”, nel 1964 l’Istituto Tecnico per Ragionieri, nel 1971 l’Istituto tecnico Industriale con specializzazione in Meccanica, nel 1975 il Liceo Classico.

Anche gli alunni andavano crescendo: poche decine nel 1882, 162 alla fine del secolo, 231 nell’anno scolastico 1915-16. L’anno seguente si ridussero a 47 in seguito alle vicende belliche: l’istituto infatti venne adibito ad Ospedale Militare per la III armata e l’opera salesiana fu sfollata in villa Bianchi. Nell’anno scolastico 1918-19 l’Astori rimase chiuso, ma l’anno seguente ospitava di nuovo 150 giovani, che ben presto divennero 200. Durante la seconda guerra mondiale ci fu un nuovo aumento: gli alunni giunsero a 322, nonostante il breve periodo di sfollamento all’Agenzia Bertolini. Dopo la guerra l’incremento fu costante, anche perché il Collegio incominciò ad ammettere alunni esterni. Nel 1954 l’Astori superò i 500 allievi, nel 1973 i 600, nel 1976 gli 800, nel 1979 i 900, nel 1980 i 1000. Nel 1983 gli alunni erano 1112.

Oggi l’Astori, istituzione radicata nel territorio, conta cinque indirizzi per la scuola secondaria di secondo grado, quattro sezioni per la scuola secondaria di primo grado e due per quanto riguarda le scuole elementari.


Casa religiosa collegio salesiano Astori
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